Degustazioni vino un po’ ovunque e spesso concomitanti.
Penso sia impossibile che il mondo del vino italiano possa crescere nel percepito fino a quando iniziative interessanti non saranno programmate nel rispetto degli impegni del pubblico potenziale che, spesso, si trova a doversi dividere in due.
Tutte le manifestazioni, singolarmente molto ben organizzate e con una loro ragion d’essere, se non arriveranno a un più efficace coordinamento, prima o poi produttori e pubblico si stancheranno di prendere parte a tanti appuntamenti e se ne staranno a casa.
Entrando nel merito del copione ritrito di chi dice “se ne fanno troppi”, io penso che la cultura del patrimonio vitivinicolo italiano non sia stata mai così bassa. I consumatori sono bombardati da pubblicità ingannevoli e da suadenti tagli di prezzi. Gli eventi, il racconto e l’incontro servono. Bisognerebbe portare iniziative di qualità e stile anche nelle corsie della grande distribuzione organizzata, per far capire alla gente che acquistare vini DOC al prezzo della bibita industriale, non è il caso: è un prendersi in giro.
Il vino è ricerca, passione, cultura e piccoli numeri. Il vino non è svendita a volumi. Meglio bere una bottiglia in meno ma saperla scegliere, ce ne sono di molto buone anche al supermercato ma, bisogna far capire alle persone qual è il vademecum giusto per non tracannare la brutta copia evanescente di vini neri.
Solo con il dialogo e una strategia comune ce la potremo fare. Ognuno per sè, ormai, si fà solo il gioco di chi sa ingannare meglio.
da un articolo di Pierangelo Boatti